L’importanza del fattore psicologico nello sport: intervista al dott. Riccardo Parrini

Motivazioni, paura di vincere, ansia: quanto pesa la mente nelle prestazioni sportive? E20calciogiovanile  ha contattato un esperto in “psicologia dello sport” ponendogli alcune interessanti domande a riguardo

l fattore psicologico nello sport, sicuramente un elemento fondamentale. Ma in che modo è possibile migliorare il benessere psicologico di un atleta per una resa ottimale in campo? Abbiamo incontrato un esperto del settore, il dottor Riccardo Parrini PSICOLOGO CLINICO E DELLO SPORT, il quale si è concesso al nostro BLOG  per un’interessante intervista  in cui ci ha spiegato modi e finalità della sua attività.

Partiamo innanzitutto da una domanda di carattere generale:  cosa significa essere uno “psicologo dello sport”?

Potrei dire che lo psicologo dello sport interviene sulla componente mentale con  atleti e squadre per incrementare la loro performance sportiva ma in realtà sarei estremamente riduttivo. Lo psicologo dello sport è anche molto altro. Oggi, più che mai, società sportive, organizzazioni, atleti, famiglie hanno la necessità di considerare la consulenza e l’intervento psicologico come centrale in ogni tipo di obiettivo che tenda al miglioramento e ad una maggiore consapevolezza di ciò che viene fatto per questo miglioramento.

Qual è l’importanza e l’utilità di uno psicologo sportivo a fianco di un atleta? Quali competenze mettete sul piatto?

Spesso si sente parlare dell’importanza del fattore mentale nella prestazione sportiva, sia individuale che di squadra, ma all’atto pratico poi l’intervento professionale sulla componente psicologica degli atleti viene spesso considerato quasi un ornamento. Ebbene non è così. La preparazione psicologica nello sport è determinante non solo per il risultato ma soprattutto per la crescita della consapevolezza di se stessi e non parlo solo di stima di se e motivazione,  parlo dell’apprendimento di tecniche per la gestione delle abilità psicologiche proprie indispensabili per obiettivi di medio e alto livello prestazionale.

Sport di squadra e individuale: cosa cambia nell’approccio con l’assistito? 

Il senso di appartenenza è una leva emozionale sulla quale puntare molto in una squadra. Lo studio di un gruppo o di un team  comprende la profonda conoscenza delle dinamiche di relazione e di leadership; poi è ovvio che questo non prescinde dalla necessità di un intervento dedicato ad ogni singolo atleta, perché ogni componente della squadra ha i suoi obiettivi interni e personali oltre quelli condivisi con il resto dei compagni e con la società.

L’atleta singolo è un universo a sé. Presenta caratteristiche di personalità uniche da conoscere approfonditamente e con le quali poi progettare il percorso di ottimizzazione condiviso con lo psicologo.

Ci può spiegare, a grandi linee, come viene strutturato il percorso di collaborazione con gli atleti e quali sono le finalità? Quali sono i punti ed i settori che vengono toccati maggiormente durante il periodo di attività a fianco dello sportivo?

La psicologia dello sport lavora molto sul tempo presente, nel “qui ed ora” e sulla maggiore consapevolezza di se che progressivamente viene sperimentata dallo sportivo. Un atleta consapevole delle proprie capacità di fornire una risposta adeguata a tutti gli eventi possibili nel corso di una carriera è un atleta forte e soprattutto soddisfatto. Saper utilizzare ogni cosa come occasione per un  progresso, conoscere e collaborare con le proprie oscillazioni emotive,  invece che subirle, sono solo alcuni aspetti dei territori che vengono sperimentati nella relazione “psicologo dello sport- atleta”.

Quali sono i comportamenti che ha notato maggiormente da parte degli atleti con i quali ha avuto modo di collaborare?

Spesso molti atleti vengono da me quando vivono un periodo di crisi di cui non conoscono nemmeno il motivo. In  reazione a ciò si intestardiscono e mettono in atto comportamenti inutili se non addirittura controproducenti. E’ chiaro che qui un professionista del mio settore interviene e lavora sulla destrutturazione di schemi mentali rigidi che imprigionano lo sportivo  e collabora con l’atleta stesso alla ridefinizione dei significati e degli obiettivi. Ma quello che spero è che il mondo agonistico possa comprendere, in modo sensibile, che lavorare sulla propria componente mentale è un vantaggio, non solo il tentativo di risolvere un disagio. Conoscersi di più ed essere più flessibili nell’utilizzo delle proprie caratteristiche è anch’esso un allenamento indispensabile quanto quello fisico.

Il nostro Blog, ringrazia il DR. Riccardo Parrini Psicologo Clinico e dello Sport che propone collaborazioni con :

  • AGONISMO e ALTO AGONISMO
  • SOCIETA’ SPORTIVE
  • SQUADRE E TEAM
  • INTERVENTI FORMATIVI
  • PSICOLOGIA CLINICA
  • CONSULENZA  E FORMAZIONE AZIENDE, CENTRI SPORTIVI E FITNESS.

Per informazioni e contatti : dr.riccardoparrini@gmail.com

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